Saldatura e brasatura sono due operazioni molto utilizzate nel settore della carpenteria industriale, ma vengono confuse fin troppo spesso: quali sono le differenze tra i due processi? Quando si utilizzano uno o l’altro? Rispondiamo a queste domande.
Saldatura autogena e saldatura eterogena
Per ottenere dei giunti saldati esistono diverse tecniche utilizzabili, ognuna caratterizzata da vantaggi e svantaggi quando applicata. Una prima suddivisione è quella tra tecniche di saldatura autogena e saldatura eterogena.
La saldatura autogena avviene per fusione o pressione, caratterizzata dalla partecipazione del metallo base nella costituzione del giunto saldato. Può essere eseguita con o senza materiale d’apporto.
È quella che, in gergo comune, è chiamata semplicemente saldatura: il risultato è l’unione di due materiali compatibili, previa pulizia accurata delle superfici da saldare. Per eseguirla correttamente, i materiali devono essere sistemati nella posizione finale e poi portati a fusione.
Le tecniche più conosciute prevedono l’utilizzo di gas o dell’arco elettrico formato tra elettrodo e metallo. Il più grande vantaggio è la massima tenuta del giunto, a fronte di un alto rischio di deformazioni.
Brasatura e saldobrasatura sono, invece, saldature eterogene: in questo caso la fusione riguarda solo il materiale d’apporto, in quanto il metallo di base viene solamente scaldato per permettere lo scorrimento della lega brasante.
Per permettere ciò, il punto di fusione del metallo d’apporto deve essere necessariamente più basso rispetto a quello del materiale di base.
Durante la brasatura i pezzi da saldare vengono accostati, favorendo la penetrazione capillare del metallo brasante: durante il processo, il materiale di base viene riscaldato uniformemente fino a raggiungere la temperatura corretta, permettendo al materiale d’apporto di fondersi e riempire i meati (di larghezza tra 0,05 e 0,2 mm).
Tecniche di brasatura
Le tecniche di brasatura si suddividono in tre categorie:
- Brasatura forte: eseguita alla temperatura massima di 450°C, utilizzando leghe di stagno e piombo. Molto utilizzata nel settore dell’elettronica.
- Brasatura dolce: realizzata oltre i 450°C con leghe d’argento, oro, rame, ottone o nickel.
- Saldorbasatura: i metalli utilizzati raggiungono il punto di fusione oltre i 900°C.
Brasatura: vantaggi e svantaggi
L’utilizzo di tecniche di brasatura comporta un gran numero di vantaggi: la possibilità di unire materiali diversi è una caratteristica unica, non totalmente possibile durante la saldatura classica. In più, non si tratta solo di materiali metallici.
Le distorsioni provocate sono impercettibili, risultando in un aspetto estetico impeccabile, ma deve essere eseguita con particolare attenzione: il giunto, al termine della brasatura, possiede scarsa elasticità e resistenza meccanica rispetto a quando i lembi da unire fondono. Ciò comporta un aumento della fragilità e il rischio di rotture.
È molto importante sottolineare il basso costo energetico del processo, rendendolo più sostenibile e meno gravante sul budget investito.